Teatro Niccolini

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Teatro Niccolini

Ora che abbiamo salvato il Teatro della Pergola, riapriremo il Niccolini

Era uno dei leit motiv di Matteo Renzi, che avendo traslocato con netto anticipo a Palazzo Chigi non taglierà il nastro del teatro più antico d’Europa, uno dei suoi sogni nel cassetto, con la fascia da sindaco. Però ieri mattina, il presidente del Consiglio si è presentato a sorpresa in via Ricasoli, assieme al sindaco Dario Nardella ed al sottosegretario Luca Lotti per visitare la storica struttura, che sarà inaugurata domani sera alla presenza dell’attore fiorentino Paolo Poli, uno dei maestri che ha calcato quel palco assieme a Gassman, Bergman e Carmelo Bene.
Il premier, durante la visita, è stato accompagnato dall’editore Mauro Pagliai, che otto anni fa aveva acquistato il teatro, e dai figli Antonio e Costanza. Un impegno monstre quello dei Pagliai, a livello economico e a livello di complessità dei restauri: «Volevo restituire qualcosa a Firenze, che tanto mi ha dato» ripete Mauro, fondatore della casa editrice Pagliai – Polistampa.
«Che meraviglia», ha ripetuto Renzi durante la visita durata oltre un’ora. E poi una battuta al suo successore a Palazzo Vecchio: «Dario, mi dispiace quasi che lo inaugurerai tu». Sul salvataggio dei teatri fiorentini, mentre molti in Italia chiudevano a causa dei tagli del ministero, l’ex sindaco aveva incentrato una campagna politica molto forte. Adesso la vera sfida sarà far funzionare davvero il Niccolini, la cui programmazione sarà gestita assieme a quella della Pergola, il cui direttore, Marco Giorgetti, ha partecipato al tour di ieri. La visita del premier «è un tributo a un progetto straordinario che finalmente vede la luce. Dopo 20 anni di lavoro il Teatro Niccolini torna ai fiorentini e alla cultura italiana», dice il sindaco Dario Nardella. La riapertura del teatro «è un grande passo in avanti – aggiunge -segno di una città viva. In un paese dove, purtroppo, spesso i teatri chiudono noi speriamo di essere di esempio, perché li riapriamo».
I lavori per costruire il Niccolini iniziarono nel 1648, ma i documenti storici testimoniano che la prima inaugurazione risale al 1657. E domani, 359 anni dopo, il sipario si riaprirà a 20 anni dall’ultimo spettacolo. C’era da rifare di tutto qui dentro: struttura portante, tetto ed impianti.
Oggi il gioiello tornerà ad avere 408 posti a sedere, tra una piccola platea, due ordini di palchi con e balconate dai decori dorati e due scale, di cui una riservata ai signori della città (i Medici apprezzavano il Niccolini e lo frequentavano ma accedevano al palco reale da una salita differente da quella dei «normali» spettatori che ora diventerà lo scalone di emergenza). E ancora un grande foyer , sale per uffici e amministrazione, il palco e la macchina scenica, con le sue ruote di legno originali, sotto il tetto a movimentare quanto avveniva quando gli attori erano lì.
Riaprirà anche la cosiddetta sala del Cocomero, un tempo adibita ad area prove. Nome non casuale se è vero, che ai suoi albori, questo luogo lo si conosceva come teatro del Cocomero (prendeva il suo nome da quello della strada oggi diventata via Ricasoli). La sua inaugurazione rappresentò anche a Firenze una svolta storica per la democratizzazione della fruizione culturale. A teatro andavano solo i Medici e la loro ristrettissima cerchia di eletti. In città esistevano due luoghi dove si poteva assistere a spettacoli: uno era il Salone de’ 500, dove era lo stesso Vasari a organizzare gli eventi, e l’altra era il cosiddetto teatro Mediceo, realizzato alla fine del XVI secolo dal Buontalenti, dentro agli Uffizi.
Durante il giorno, prima degli spettacoli serali, il teatro sarà affittato all’Opera del Duomo, che lo userà per preparare i turisti alla visita delle sue bellezze custodite nel museo inaugurato lo scorso 29 ottobre, ma anche Duomo, Battistero, Cupola e Campanile.