Renzi sceglie Firenze per il «sì». La campagna parte dal Niccolini («La Nazione»)
Renzi parte da Firenze con la campagna per il ‘sì’. Il referendum costituzionale segnerà la storia di questa legislatura.
Lunedì il premier apre il tour nei teatri in vista del referendum
‘Go big or go home’, sulle note energiche della canzone top chart scelta come stacchetto per accompagnare gli interventi dell’ultima Leopolda, Matteo Renzi aveva quasi gridato dal palco «o facciamo le cose in grande oppure abbiamo fallito», riferendosi proprio alla sfida referendaria: per chiudere con il bicameralismo perfetto e modificare la struttura del Senato, bisogna cambiare la costituzione. E sarà la gente a scegliere. Se Renzi fallisce va a casa.
In quell’occasione il premier aveva lanciato le mille Leopolde, poco prima aveva annunciato il giro dei cento teatri per «andare a raccontare in tutti posti d’Italia quello che stiamo facendo» e per «schiodare le persone dall’indifferenza».
Il momento dei cento teatri è arrivato. E Renzi ha scelto la sua città per la partenza del tour referendario per il sì.
Dunque l’appuntamento è per lunedì alle 9.30. Chiama a raccolta i fiorentini Matteo Renzi e lo fa con gli strumenti che più gli sono congeniali. Lo annuncia nell’e-news senza filtri. Prima di incontrare il primo ministro Shinzo Abe, nel bilaterale Italia-Giappone che si terrà in Palazzo Vecchio, il premier parlerà del referendum costituzionale, dell’importanza delle riforme per mandare avanti questo Paese. Ed entro lunedì sarà anche annunciato il nome del presidente e dei membri del comitato ufficiale per il sì, necessario per utilizzare gli spazi televisivi previsti dalla par condicio quando si entrerà nel vivo della campagna. Entro lunedì. Ruolo per il quale i costituzionalisti Francesco Clementi e Carlo Fusaro sono dati in pole position. Intanto i parlamentari Pd lavorano anche a un altro comitato nazionale con esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo: è già pronto il nome, «La cultura del sì». Dunque si affilano le armi e Renzi lancia la campagna. Non da un teatro qualsiasi, ma dal Niccolini, risorto grazie all’editore Polistamapa Mauro Pagliai. Un esempio felice. In un’Italia che chiude i teatri, Renzi non sceglie un teatro a caso ma il più antico di Firenze. Un teatro che anche grazie al suo impulso da sindaco, è rinato.
Il sindaco Dario Nardella, a Roma per la presentazione del disegno di legge Unesco nato sul modello Firenze, twitta immediatamente la notizia. In città si scaldano subito i motori.