Teatro Niccolini

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Teatro Niccolini

Per la prima volta Alessandro Benvenuti si cimenterà in un grande classico del teatro, L’Avaro di Molière, che vede impegnati anche gli attori della compagnia Arca Azzurra…

Lo spettacolo. Benvenuti al Niccolini dal 29 dicembre

Per la prima volta Alessandro Benvenuti si cimenterà in un grande classico del teatro, L’Avaro di Molière, che vede impegnati anche gli attori della compagnia Arca Azzurra del drammaturgo-regista Ugo Chiti che ha adattato e diretto quest. Spiega Benvenuti: «È un Avaro che mette insieme Molière, Balzac e Marivaux. Lo spettacolo è pieno di ritmo. La scena si svolge in una specie di grande magazzino pieno di cubi, dove vengono accantonate cose raccolte nella nostra vita». Ci sono armadi, dove magari ognuno nasconde i suoi scheletri. Questo Avaro sembra usato da un quadro grottesco di Daumier. Sempre Benvenuti: «È uno spettacolo molto pittorico, ci sono quadri animati: il colore dei costumi si staglia su fondali grigi, mentre il giardino è di un verde assoluto». L’Avaro è uno spaccato familiare e sociale. Arpagone-Benvenuti è un capofamiglia balordo, taccagno e tirannico come tanti altri, circondato da un amabile e canagliesco intrigo di servi e di innamorati. Ad un certo punto l’avarizia cessa di essere un tic, una deformità, uno spunto di situazioni farsesche e la diagnosi sfocia nella psicologia. «Io trovo molte affinità fra l’ironia cattiva di noi toscani e quella di Molière – spiega Benvenuti – Arpagone potrebbe stare benissimo dentro “Benvenuti in casa Gori”. Credo che Molière possa essere considerato un autore di riferimento per la grande comicità toscana. C’è sicuramente una similitudine fra l’osservazione spietata che lui fa dell’animo umano con il disincanto di noi toscani, che non rimaniamo affogati nel dolore come, ad esempio, capita nel teatro napoletano». A parlare adesso è Ugo Chiti: «D piacere di riscrivere un classico deriva non dallo stravolgimento dell’intreccio, ma dall’ampliamento, dalla capacità di muovermi dentro al testo con rispettoso tradimento. Non altero, non stravolgo, ma rileggo e faccio ciò che un autore di compagnia è chiamato a fare: rintonare, riscrivere certe partiture per i suoi attori, per ü suo ensemble con cui lavora da più di trent’anni. Con Molière e Benvenuti, anche questa volta, ho trovato il piacere di riscrivere e tradire rispettosamente. Il nostro Avaro occhieggia a Balzac: senza dimenticare la commedia dell’arte». Siamo dunque di fronte ad uno spettacolo amaro e irresistibilmente comico, ad un’opera di bruciante modernità. Sempre Chiti: «Si accentuano implicazioni psicologiche, sia allungano ombre paranoiche, emergono paure e considerazioni che diventano rimandi al contemporaneo». Assieme a Benvenuti sono in scena gli attori dell’Arca Azzurra: Massimo Salvianti, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Andrea Costagli, Giuliana Colzi che ha anche curato i costumi, Gabriele Giaffreda, Paolo Ciotti, Desirée Noferini.