Teatro Niccolini

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Teatro Niccolini

A primavera i lavori nel teatro acquistato da Pagliai

Sul suo comodino c’è la storia di Annibale, lo stratega che prima di essere sconfitto procurò molte ferite ai romani, e in fondo c’è molto del coraggio misto all’incoscienza del condottiero in Mauro Pagliai, l’editore fiorentino che entro il 2008 conta di restituire alla città di Firenze il suo più antico teatro, lo storico Niccolini, chiuso dal 1995 e acquistato pochi giorni fa. «Mi piace decidere tutto da solo, accetto i consigli ma le decisioni sono tutte mie – conferma il fondatore e direttore di Polistampa, a capo di un piccolo impero editoriale tutto fiorentino – e più che un ottimista mi considero un realista che conta sulle proprie forze». Certo il compito che si prefigge sembra immane per un privato, per quanto sia ammirevole ed encomiabile lo sforzo di riportare a nuova vita le rovine del secentesco teatro di via Ricasoli, che nel 2002 fu oggetto di un’occupazione da parte di cento ragazzi che si opponevano al destino d’incuria dell’edificio. Per questo è probabile che dal suo cilindro escano presto collaborazioni, con l’Ente Cassa di Risparmio o la Coop, che non a caso ieri mattina hanno partecipato, sia pure in veste non ufficiale, alla conferenza di presentazione. Dove invece ha preso la parola il vicesindaco Giuseppe Matulli che ha assicurato il sostegno dell’amministrazione comunale. A primavera comunque dovrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione dei cinquemila metri quadri del complesso, sette affacci su via Ricasli, uno spazio al pianoterra che diventerà una libreia, una sala per 500 posti che in futuro ospiterà soprattutto prosa, anche internazionale, e alcuni locali ricavati da due negozi e un appartamento, il tutto acquistato dagli eredi Ghezzi per una cifra top secret. Non solo un teatri nelle intenzioni dell’editore, ma un centro culturale polivalente e di respiro internazionale che resterà aperto dalla mattina fino alla notte, quando le luci di palcoscenico si spegneranno. Questo succederà in un futuro reso non troppo immediato – si parla del 2008 – per i lunghi e complessi lavori di ristrutturazione, che dovrebbero procedere secondo il vecchio progetto dell’architetto Andrè Benaim, che fra l’altro è anche scenografo teatrale. «I tempi non saranno brevi – ha precisato Pagliai – non soltanto per l’esecuzione dei lavori (la sala giace in condizioni pessime, invasa da rovine e sporcizie, con il tetto sfondato, ndr) ma anche per i vincoli cui è soggetto lo storico immobile costruito nel 1652». Uno spazio enorme che, secondo le intenzioni di Pagliai, dovrà diventare un punto di riferimento culturale per quanti abitano a Firenze e per quanti vi soggiornano e contenere, oltre al teatro, una libreria (che dovrebbe essere la prima ad aprire i battenti in futuro), un caffè letterario, uno spazio per mostre ed altri convegni, oltre che un ristorante che resterà aperto per il dopo-spettacolo. «Non era nelle mie intenzioni acquistare un teatro – ha concluso Pagliai – cercavo uno spazio promozionale in centro per la mia casa editrice, che spostandosi da via Santa Maria in periferia aveva perso un po’ il contatto con la realtà fiorentina. Parlare di programmazione teatrale è prematuro, e mi affiderò a realtà distributive già esistenti. La mia scommessa è portare i fiorentini in via Ricasoli, e per questo conto anche sulla tramvia, che fermerà a poche decine di metri dal teatro». Auguri e incoraggiamenti a Pagliai sono arrivati dal presidente della Proivincia di Firenze Renzi («L’iniziativa di Pagliai – ha detto – consente di riacquistare a Firenze uno spazio di storia importante e di promuovere un nuovo centro di cultura che ambisce a guardare lontano») e dal governatore Claudio Martini («una novità importante a cui il governo regionale guarda con grande attenzione, anche nel contesto del suo impegno per il recupero e la valorizzazione di spazi teatrali storici»).